martedì 26 maggio 2020

PCI FROSINONE: NO AI PRESTITI A FCA per elargire i dividendi agli azionisti.

  Perchè La richiesta di 6,3 milioni di prestito garantito dallo Stato Italiano, da parte del Presidente di FCA  (Fiat Chrysler Automobilies )  Elkan, non solo ci  trova contrari, ma ci indigna.
Intanto per la spudoratezza della finalità per la quale si richiede,  non certo per il rilancio industriale, ne tanto meno per fare ricerca e innovazione, e nemmeno per  mettere in sicurezza l’azienda o per evitare la cassa integrazione a cui  FCA ricorre sovente, no nulla di tutto ciò, ma solo per poter elargire i dividenti agli azionisti.
In linea di principio con un paese in ginocchio per la pandemia da covid 19, con migliaia di attività ferme,  una crisi socio economica che purtroppo è solo agli inizi,  è proprio un bel modo di sentirsi partecipi dello stato di sofferenza della propria comunita e dell’Italia.
Vale per altro ricordare che FCA non paga le tasse in Italia, per cui l’operazione tradotta, significa  prendere soldi dagli Italiani e pagare le tasse in Olanda, dove la stessa ha la propria sede amministrativa che unitamente al fatto che, la sede legale è nel Regno Unito e che con gli accordi con la Peugeot, e la proposta conseguenziale di un A.D. francese, di Italiano c’è in realtà poco, se non la voglia atavica di fare cassa.
E’ opportuno per altro ricordare, che l’Inghilterra è appena uscita dall’europa e l’Olanda è uno dei quattro paesi che stanno osteggiando gli aiuti economici al resto dell’Europa maggiormente colpito dalla pandemia, tra cui chiaramente la stessa Italia.
Al fine di evitare che si possa pensare che i Comunisti, sono contrari per principio, alla proposta di finanziemento abbiamo il dovere di avanzare noi una proposta per l’apertura di credito ad FCA, condizionando la richiesta  al trasferimento della sede e della Produzione in Italia.
Così come pure riteniamo importante, per non escludere da questo gioco di chi più puo prenda,  che a proposito di autostrade si possa semplicemente rescindere dai contratti, tutti e non solo con ATLANTA, e anche qui utilizzare le risorse richieste da  Atlanta, avanzate per fare eco a FCA per gestire direttamente la rete autostradale, ottenedo sicuramente  un miglior servizio e sicuramnete una maggiore occupazione.
In ultimo è importante rilevare l’assordante silenzio della destra oltremodo ciarliera,  che   spesso interviene  a sproposito, che  su questi argomenti  pace come a dire gli amici non si toccano.
                                                                      Il segretario della Federazione Provinciale PCI Frosinone    F.to    BRUNO BARBONA

mercoledì 20 maggio 2020

IL PCI - Frosinone chiede meno burocrazia e tempi più rapidi per aiutare le famiglie in difficoltà

Nell’Italia che tenta di ripartire, cercando di superare anche psicologicamente l’incubo della pandemia, si percepisce sempre più chiaramente la certezza dell’imminente catastrofe socio-economica. E’ sempre più crescente il numero di persone che, dopo aver visto svanire nel corso di questi pochi mesi ogni certezza, è ora alla ricerca di un futuro e nuovi poveri si sono aggiunti alla già nutrita schiera di quanti, ancor prima della pandemia, erano costretti a vivere in situazione di precarietà. In questo contesto, nel quale il coronavirus ha rubato a una moltitudine di persone il reddito e anche una prospettiva di vita, purtroppo per molti, troppi cittadini, non ci sarà ripresa e neanche il tanto sbandierato ritorno alla normalità. Parliamo di migliaia di famiglie aggrappate alla zattera della cassaintegrazione, ai tanti artigiani e commercianti che non riapriranno le loro attività. A questi va aggiunto l’esercito del reddito di cittadinanza e quanti un lavoro, sia pure precario, prima riuscivano ad averlo. Da questo punto di vista è vero che nulla sarà come prima, perché la crisi sarà lunga e la ripresa lenta, e in questo travagliato percorso rischiamo di mietere più vittime dello stesso coronavirus. Occorre, quindi, essere pronti da subito a fronteggiare questa nuova pandemia economico-sociale, e sarà possibile solo se ognuno sarà capace di fare la propria parte, a partire dalle banche, che non riescono nemmeno ad avere fiducia nel governo quando garantisce mutui a commercianti e artigiani, e che frappongono mille ostacoli, cercando di fare cassa con soldi che dovrebbero, di contro, garantire la sopravvivenza delle aziende. Il governo dovrebbe intervenire e le banche stesse dovrebbero anticipare le risorse, non dimenticando che i cittadini e lo Stato, in più riprese e velocemente, hanno salvato il sistema bancario. Allora il senso di quanto ormai si va ripetendo come un mantra, e cioè che nulla sarà più come prima, può essere vero solo se sapremo ricostruire un sistema capace di ridistribuire un po’ di ricchezza, ritrovare coesione sociale e di ridisegnare una nuova società, volta al superamento del capitalismo sfrenato, che non avrebbe potuto e non ha fermato il coronavirus. Forse se al centro dei nuovi principi ponessimo l’essere umano si contrasterebbero non solo i virus ma anche le ambiguità di una società ingiusta, che lascia vivere ai margini anche le persone che più di altre garantiscono quei servizi essenziali alla vita.
Bruno Barbona
Segretario Provinciale 
PCI Frosinone