mercoledì 20 maggio 2020

IL PCI - Frosinone chiede meno burocrazia e tempi più rapidi per aiutare le famiglie in difficoltà

Nell’Italia che tenta di ripartire, cercando di superare anche psicologicamente l’incubo della pandemia, si percepisce sempre più chiaramente la certezza dell’imminente catastrofe socio-economica. E’ sempre più crescente il numero di persone che, dopo aver visto svanire nel corso di questi pochi mesi ogni certezza, è ora alla ricerca di un futuro e nuovi poveri si sono aggiunti alla già nutrita schiera di quanti, ancor prima della pandemia, erano costretti a vivere in situazione di precarietà. In questo contesto, nel quale il coronavirus ha rubato a una moltitudine di persone il reddito e anche una prospettiva di vita, purtroppo per molti, troppi cittadini, non ci sarà ripresa e neanche il tanto sbandierato ritorno alla normalità. Parliamo di migliaia di famiglie aggrappate alla zattera della cassaintegrazione, ai tanti artigiani e commercianti che non riapriranno le loro attività. A questi va aggiunto l’esercito del reddito di cittadinanza e quanti un lavoro, sia pure precario, prima riuscivano ad averlo. Da questo punto di vista è vero che nulla sarà come prima, perché la crisi sarà lunga e la ripresa lenta, e in questo travagliato percorso rischiamo di mietere più vittime dello stesso coronavirus. Occorre, quindi, essere pronti da subito a fronteggiare questa nuova pandemia economico-sociale, e sarà possibile solo se ognuno sarà capace di fare la propria parte, a partire dalle banche, che non riescono nemmeno ad avere fiducia nel governo quando garantisce mutui a commercianti e artigiani, e che frappongono mille ostacoli, cercando di fare cassa con soldi che dovrebbero, di contro, garantire la sopravvivenza delle aziende. Il governo dovrebbe intervenire e le banche stesse dovrebbero anticipare le risorse, non dimenticando che i cittadini e lo Stato, in più riprese e velocemente, hanno salvato il sistema bancario. Allora il senso di quanto ormai si va ripetendo come un mantra, e cioè che nulla sarà più come prima, può essere vero solo se sapremo ricostruire un sistema capace di ridistribuire un po’ di ricchezza, ritrovare coesione sociale e di ridisegnare una nuova società, volta al superamento del capitalismo sfrenato, che non avrebbe potuto e non ha fermato il coronavirus. Forse se al centro dei nuovi principi ponessimo l’essere umano si contrasterebbero non solo i virus ma anche le ambiguità di una società ingiusta, che lascia vivere ai margini anche le persone che più di altre garantiscono quei servizi essenziali alla vita.
Bruno Barbona
Segretario Provinciale 
PCI Frosinone

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