Lo eravamo ieri quando abbiamo scritto e gridato la nostra contrarietà alla richiesta di 6,3 miliardi di prestito garantito dallo Stato Italiano, da parte dell’allora Presidente di FCA (Fiat Chrysler Automobilies ) Elkan, per la spudoratezza della finalità per la quale si richiede, che non prevedeva il rilancio industriale, nei tanto meno la ricerca o l’innovazione, e nemmeno per mettere in sicurezza l’azienda o per evitare la cassa integrazione a cui FCA ricorre sovente, no nulla di tutto ciò, ma solo per poter elargire i dividenti agli azionisti.
Lo eravamo quando gridavamo la necessita di un piano industriale di rilancio del settore che prevedesse la necessità di innovare la tecnologia, per varare un piano di abbandono progressivo dei motori tradizionali.
Lo eravamo quando soprattutto nello stabilimento di Piedimonte c’era un continuo ricorso alla cassa integrazione facendo pagare agli operai l’incapacità aziendale per la continua perdita di parte del mercato.
Lo eravamo quando fu varata la nuova società Stellantis nato dalla fusione del gruppo FCA con le francesi per dar vita al gruppo euro americano, perché temevamo e temiamo di dover pagare la crisi del settore più di tutti anche in considerazione della partecipazione al gruppo degli Americani da una parte creditori nei confronti del prestito verso il gruppo americano, e la comproprietà dello stato Francese nel gruppo, il tutto senza nessun intervento dello stato italiano che potesse tutelare il settore dell’auto in Italia.
Lo siamo oggi a causa del così detto “Senza lavoro” che dimostra l’incapacità di programmazione ma anche nei confronti delle scelte produttive di questo stabilimento che oggi fa registrare una flessione del 54,73 % in meno rispetto all’anno precedente che pone il marchio di Piedimonte tra gli ultimi del gruppo.
Noi siamo con gli operai perché siamo comunisti e crediamo nella dignità del lavoro, per questo chiediamo un tavolo provinciale di confronto oggi prima che sia troppo tardi.
Il segretario provinciale PCI Frosinone
Bruno Barbona
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