sabato 28 novembre 2020

PCI: QUALE FUTURO PER LO STABILIMENTO FCA DI CASSINO?

Da quando è operativa la fusione FCA-PSA che, è bene ricordare, riguarda esclusivamente la definizione dei vertici, senza un piano di sviluppo chiaro soprattutto per i siti del mezzogiorno, il futuro dello stabilimento di Cassino è tra coloro i quali è sospeso. 
La FCA ha ricevuto per la vendita 5,3 mld di euro ma le decisioni restano in Francia e questo, sommato all'assenza di un piano industriale, genera un livello di allarme per il sito di Cassino che conta oggi 3400 dipendenti con un indotto di altri 2000 lavoratori che versa già in una situazione di grave sofferenza con continui ricorsi alla cassa integrazione e ai contratti a termine.
 Il PCI ritiene assolutamente necessario che in questa fase la politica, sia a livello regionale che nazionale, prenda in mano la situazione, assuma decisioni e pretenda dal gruppo fca risposte in quanto ha ricevuto dallo stato 6,3 mld di euro senza condizioni, facendo un grande regalo al gruppo.
Chiediamo che deputati e senatori eletti nel nostro territorio battano un colpo in quanto sono stati completamente assenti su questa tematica così importante per la nostra provincia che, è bene ricordarlo, vede lo stabilimento di Cassino centrale e strategico dal punto di vista sociale ed economico. 
Un territorio già messo a dura prova e che l'emergenza sanitaria che stiamo vivendo ha contribuito ad aggravare facendo registrare meno presenze di turisti specie quello storico-religioso. 
Chiediamo un intervento immediato del Presidente della regione Lazio anche in qualità di Segretario nazionale del PD. 
Va dato atto ai sindacati che alcuni mesi fa hanno illustrato al Parlamento la grave situazione dello stabilimento chiedendo un deciso ed energico intervento del nuovo gruppo industriale.
Alla luce di tutto ciò, il PCI chiede un rapido intervento del governo e della regione affinché venga affrontata e data soluzione a questa grave situazione. Il tempo è già scaduto!
La politica può salvare CASSINO!
Il Segretario Regionale del PCI
Oreste Della Posta

venerdì 13 novembre 2020

PCI Aquino: occorre riaprire l'ex ospedale Del Prete di Pontecorvo

Una sanità sempre più vicina al collasso a causa del dilagare del numero dei contagi da covid19 con posti di terapia intensiva che si ridugono giorno dopo giorno, e una politica che nel corso  degli anni ha visto una forte  riduzione del numero degli ospedali (soprattutto nella nostra provincia) testimoniano che c'è bisogno di un repentino cambio di rotta.
Sicuramente questa grande crisi sanitaria ha messo in evidenza che occorre potenziare fortemente la sanità pubblica a discapito di quella privata e che bisogna agire in fretta!
Anche l'ospedale di Cassino a breve (il 16 novembre) diventerà presidio covid (tutto l'ultimo piano)  e per questo motivo riteniamo che per il nostro territorio sia determinante una riapertura dell'ex ospedale Del Prete di Pontecorvo  per far fronte a tutte le altre esigenze sanitarie non collegate a pazienti covid19.
Purtroppo in questo periodo si sta evidenziando un forte calo di visite specialistiche per la prevenzioni di gravi malattie dovute anche dalla paura di essere contagiati in presidi covid.
Quindi riteniamo giusto per il nostro territorio, in linea anche da quanto dichiarato dal sindaco di Pontecorvo Anselmo Rotondo, una riapertura dell'ex ospedale.
Il segretario del PCI AQUINO 
Pietro Ferone

martedì 10 novembre 2020

Assembramenti e covid, fine settimana senza vigili, chi controlla?

Altre cinque regioni che passano da zona gialla a zona arancione, immagini sempre più frequenti di assembramenti (perfino nella nostra Cassino alcuni giorni fa) e numeri dei contagi che crescono ogni giorno, con una curva che preoccupa tutti.

Una situazione da cui la nostra cittadina non è purtroppo esente: il sindaco ha certificato un significato raddoppio dei contagi in soli pochi giorni, l’ultimo bollettino parlava di 39 casi. Inoltre, lo stesso sindaco denuncia comportamenti di superficialità di alcune persone che continuano a girare e bivaccare, come se la pandemia non esistesse.

Una situazione che va quindi assolutamente attenzionata.

Riteniamo per questo  che si debbano intensificare i controlli, anche attraverso gli agenti della polizia municipale, per cercare di evitare soluzioni più drastriche.

Ci risulta però che dal venerdì pomeriggio, e per tutta la giornata del sabato, non vi sia alcun agente in servizio. Solo la domenica mattina è presente un'unità durante lo svolgimento del mercato.
 Prezioso, anche nel fine settimana, è il lavoro dei carabinieri della locale stazione, che però hanno un territorio molto ampio da monitorare, che va anche oltre i nostri confini cittadini.

Per questi motivi chiediamo agli attuali amministratori una maggiore attenzione ed eventualmente un rafforzamento dei servizi, affinché anche nel fine settimana sia presente sul nostro territorio un agente della polizia municipale per scoraggiare atteggiamenti contrari alle attuali normative anticovid.

Il segretario del PCI AQUINO

Pietro Ferone

martedì 3 novembre 2020

Risanare il FIUME SACCO: UNA PRIORITÀ PER IL NOSTRO TERRITORIO

Risanare il Sacco!!!
In merito ai 209 mid di euro di fondi europei previsti per l'Italia(Recovery fund) occorre individuare i settori che necessitano di interventi urgenti ove destinare le risorse e dotarsi di progetti per renderli operativi. Sono convinto che il risanamento ambientale e la messa in sicurezza del nostro territorio onde prevenire i disastri conseguenti al dissesto idrogeologico, siano la priorità di questo paese, insieme alle infrastrutture di reti ferroviarie e stradali atte a colmare il gap con il nord dell' Europa. Sull'utilizzo di parte di questi fondi si sentono, però, strane voci in particolre per il settore della Difesa, con studi per nuove armi di attacco: si parla di 5 mld di euro. Cosa che va assolutamente scongiurata, a mio avviso, in tutti i modi. Ma se è vero che la priorità è l'ambiente, parte di quei fondi vanno assolutamente utilizzati per il risanamento e la bonifica della "valle del sacco" che è il fiume più inquinato d'Europa insieme al Sarno. Il fiume Sacco è lungo 87 km e a Ceprano confluisce nel Liri, ma i problemi dal punto di vista ambientale cominciano a Colleferro dove, da oltre 80 anni insistono industrie di armamenti e aziendevchimiche che per anni hanno scaricato i residui di lavorazione nel sacco e inerrando fanghi e sostanze tossiche e nocive.
Basta ricordare un fatto: alcuni anni fa nel comune di Anagni fu rinvenuto, da controlli effettuati, il PCB(POLICLORUROBIFINILE) uno dei veleni più potenti con gravi effetti sulla
salute. Nel territorio di Sgurgola, invece,
furono ritrovate diverse mucche morte che si erano abbeverate in uno dei corsi d'acqua. È indispensabile inserire il risanamento del fiume Sacco nei
progetti europei. Siamo consapevoli che lo sforzo finanziario è notevole data la profondità e l'estensione della zona interessata. In questo quadro riteniamo le proposte della regione Lazio insufficienti con i pochi soldi stanziati. 
I fondi verranno fuori dagli studi di fattibilità che creano lavoro, si diminuisce il rischio di malattie e si migliora, la qualità della vita.

Il segretario regionale del PCI
ORESTE DELLA POSTA