L’esempio delle Province: abolire
tutto per non abolire niente.
La retorica csull'inutilità del Senato e
sul taglio dei costi della politica era
già emersa in occasione della riforma
delle Province, sfociata nella legge
56 del 2014 (c.d. legge Delrio). Essa
prevede il trasferimento delle funzioni
delle Province alle Regioni e ai Comuni,
nonché la soppressione dell’elettività
diretta delle cariche provinciali, sostituita
da una elezione di secondo grado
da parte dei sindaci e dei consiglieri
comunali compresi nella Provincia stessa.
Ad un anno dalla sua entrata in vigore,
la relazione della Corte dei Conti al
Parlamento disegna un quadro piuttosto
negativo: le Province continuano, in
sostanza, a fare quel che facevano
prima della riforma; i servizi erogati non
sono infatti venuti meno con l’abolizione
dell’elettività diretta degli organi. Nè i
costi si sono ridotti: il personale non è
infatti scomparso, ma è stato trasferito ad altre pubbliche amministrazioni.
A fronte, dunque, di un modesto
risparmio realizzato sullo stipendio dei
componenti degli organi Provinciali,
i cittadini hanno pagato il prezzo
altissimo di perdere il potere di
scegliere direttamente chi deve gestire
i loro servizi e il loro territorio.
Stessa cosa accadrà anche per il Senato se passeranno le modifiche alla legge elettorale. Ecco un altro buono motivo per votare NO AL REFERENDUM COSTITUZIONALE E ALL'ITALICUM.
martedì 20 settembre 2016
SENATO COME LE PROVINCIE- ABOLIRE TUTTO PER NON ABOLIRE NIENTE
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